Si ritorna quest’anno a festeggiare con uno spirito diverso la a tradizionale festa di San Valentino che ebbe inizio nel 496 a.C. per opera di papa Gelasio I quando porre fine alla Lupercalia , una festività romana che si celebrava dal 13 a 15 febbraio per purificare le città e i suoi abitanti dai demoni maligni e per essere propiziatoria per la fertilità.
La festa di San Valentino si festeggia in quasi tutto il mondo il 14 febbraio di ogni anno e noi di “Molisani nel Mondo” facciamo gli auguri a tutte le coppie Molisane nel mondo di continuare il loro percorso di vita ,insieme, con tanto amore e tantissima felicità.
Abbiamo raccolto dal sito La Plata una testimonianza di vita di Josefina ,nata nel borgo di Sant’Elia a Pianisi- Molise e emigrata in Argentina insieme con la famiglia nell’anno 1952 . Una bellissima storia di vita e di amore con l’uomo che gli ha dato tanta felicità e tanta gioia. Leggiamola…
“Monica Di Staulo ci racconta la storia di sua madre, Josefina Sassano, arrivata nel nostro paese diversi anni fa.
Josefina è nata il 9 aprile 1947 nel comune di Sant’ Elia a Pianisi, situato in provincia di Campobasso, nella regione Molise. Quando era una bambina di soli 5 anni, arrivò in Argentina il 13 maggio 1952, sulla nave Sisec con la madre, le sorelle e le zie per riconnettersi con il padre che già lavorava e viveva nel nostro Paese. La famiglia Sassano decise di lasciare l’Italia per cercare un futuro migliore, poiché le loro terre furono devastate a causa della seconda guerra mondiale che punì tutta l’Europa.La vita di Josefina Sassano in Argentina e la sua storia d’amore con Nicolás. Una volta giunti in Argentina, la famiglia Sassano si è riunita. Insieme sono andati a vivere nel quartiere di Villa Elvira, così come diversi connazionali molisani che hanno costruito le loro case in quel luogo, dove hanno finito per creare un bellissimo centro che sarebbe stato il loro punto di incontro. Il padre di Josefina ha costruito la casa di famiglia con le proprie mani, il che è stato molto lavoro e fatica. Ha vissuto lì fino a quando ha sposato il grande amore della sua vita, Nicolás Di Staulo. I due si sono conosciuti nel paese di Sant’Elia a Pianisi, dove avevano un gruppo di amici insieme ad altri bambini del luogo.
Come Josefina, la famiglia di Nicolás ha deciso di venire in Argentina per trovare una migliore qualità di vita. Quando aveva 14 anni iniziarono un corteggiamento, dopo pochi anni si sposarono ed ebbero due figli, José e Mónica. Oggi Josefina e Nicolás stanno ancora insieme e vivono in una casa costruita da lui.
Il legame indissolubile con l’Italia
Josefina è una casalinga, si è dedicata alla casa e all’educazione dei figli, anche se ha sempre lavorato come sarta. Nicolás ha iniziato a lavorare come meccanico e, parallelamente, si è dedicato alla musica, su diversi palchi per 35 anni.
Entrambi hanno avuto la possibilità di tornare in Italia in più occasioni, la prima è stata nel 1995. Nel 2017 hanno viaggiato con i figli e mostrato loro i luoghi più significativi della cittadina, li hanno presentati ai loro parenti che li hanno accolti con grande gioia. hanno raccontato loro diversi aneddoti, riuscendo così a far conoscere a Monica e José le origini dei loro genitori.
La famiglia è sempre stata presente al Centro Molisano Sant’ Elia a Pianisi. Alle feste dell’istituto puoi vedere Josefina e Nicolás che aiutano nell’organizzazione e si divertono con gli altri ospiti. I suoi figli sono cresciuti nel club e Monica è attualmente nel consiglio di amministrazione.
Il ruolo di Josefina come madre
Josefina è una donna che si caratterizza per essere leale, gentile e molto nobile. È sempre vista molto civettuola e con un bel sorriso. Sua figlia Monica la definisce un’ottima mamma, molto presente e che ha sempre dato a lei e al fratello ogni gusto. Evidenzia anche il suo ruolo di nonna, la mette in evidenza come donna molto presente e compagna delle sue nipoti.
Sia Josefina che Nicolás hanno trasmesso i loro valori e principi ai loro figli, quindi Mónica li ringrazia entrambi, poiché senza il suo aiuto non potrebbero essere la donna che è oggi. È grata per lo sforzo e il sacrificio che hanno fatto per non farle mai mancare nulla e per come l’hanno trasformata in una donna combattente.
Monica dice che sua madre è una regina, una persona eccellente e premurosa. Insieme hanno un legame di complicità che li rende molto vicini e vicini.
Josefina con Nicolás, suo marito e grande amore.. Autore: Mónica Di Staulo
In diverse occasioni sono andati insieme a La Pampa a trovare alcuni amici e Monica ricorderà sempre quelle ore di conversazione. Un’altra caratteristica di Josefina è la sua mano in cucina, le è sempre piaciuto fare tutto in casa e le piace intrattenere la sua famiglia e gli ospiti, deliziandoci con i suoi squisiti piatti.
Josefina è sempre stata un’ottima sarta, si occupava di confezionare i vestiti per i suoi figli. Monica indossava ogni sabato un vestito nuovo che era lusingato da tutti i presenti e raccontava con orgoglio a tutti che era stato realizzato e disegnato da sua madre.
Come nonna, Josefina è una donna molto presente con le sue nipoti. Li intrattengo sempre, mi prendo cura di loro e do loro tutti i gusti, ottenendo così un bellissimo legame e che loro la amino.
Un regalo per la festa della mamma
Ottobre è il mese della mamma in Argentina. Monica ha deciso di raccontarci la storia di sua madre per farle un regalo e che tutti abbiano la possibilità di conoscere la qualità di donna che è, le sue virtù, le sue qualità e la sua storia, simile a quella di tanti immigrati che hanno dovuto partire le loro terre in cerca di una migliore qualità della vita.
Monica e Josefina hanno una somiglianza fisica molto forte. Per quanto riguarda la loro personalità, sono entrambi molto solidali e disponibili, aiuteranno sempre chi ne ha bisogno e fanno tutto per coloro che amano di più. Entrambe sono ottime mamme e amano essere presenti per i propri figli, instaurando un rapporto familiare e di amicizia.
Josefina Sassano con il marito e i due figli, nella città di Termoli, Italia. Autrice: Mónica Di Staulo
Per concludere Monica dice che se avessi la possibilità di scegliere ancora come madre in altre vite, senza esitazione lo farei. Le parole non bastano per ringraziarla della sua gentilezza, solidarietà, semplicità e di tutto quello che ha fatto per lei, suo fratello e le sue nipoti.”
Ripercorriamo brevemente le quattro fasi del percorso migratorio dei molisani nel mondo.
Dalla fine del 1800 e fino al 1900 i molisani che hanno lasciato la nostra terra sono stati 136.355 pari a 2,6% della popolazione totale con destinazione Brasile, USA ,Canada, Argentina, Germania e Svizzera. I porti principali erano quello di Genova, quello di Napoli e quello di Palermo, ovviamente i Molisani partivano da quello di Napoli. I primi a partire furono gli uomini , i paesi avevano bisogno delle braccia e di chi poteva sottoporsi a lavori anche estremi , il resto della famiglia rimase a casa con tutti i grossi problemi di vivibilità. Il viaggio che affrontarono oltreoceano fu in condizioni quasi invivibili, un ammasso di carne umana accovacciata che si separava solo quando bisognava mangiare un pezzo di pane. Si dormiva vestiti con le scarpe l’uno vicino all’altro per riscaldarsi . I servizi igienici quasi inesistenti. Era questo il viaggio per trovare lavoro e mandare a casa, in Italia, le pezze( i dollari).
Dal 1900 fino al dopo guerra della prima guerra mondiale ci fu la seconda ondata migratoria che rispetto alla precedente non cambiò di molto il modo di vivere nel lungo viaggio verso i paesi dell’America. In questi anni partirono dal Molise circa 160.000 molisani e ne rientrarono oltre 57 mila. Le destinazioni furono quasi sempre le stesse , partì solo più manodopera specializzata e non solo contadini.
La terza ondata migratoria inizia dopo il 1920 e prosegue fino agli anni che precedono la seconda guerra mondiale. La prima guerra mondiale lascia ancora più problemi ai molisani e la richiesta di emigrare diventa sempre più forte , anche se in questi anni ci furono delle restrizioni da parte del governo Italiano che non voleva che tanta gente lasciasse l’Italia per altri paesi.
La quarta ondata migratori iniziò dai primi anni del 1950 e si protrasse fino agli anni ottanta. La destinazione non fu più la stessa , andare oltreoceano, ma verso i paesi europei. La scelta primaria fu per l’Inghilterra, la Germania (frutto dell’accordo Italo-tedesco per la manodopera), la Francia, la Svizzera e molto ridotta la partenze per la Spagna. Per i paesi oltreoceano le destinazioni furono il Canada ,il Brasile, USA e Australia.
In questo secolo di emigrazione 1880 – 1980 abbiamo assistito a fasi di emigrazione di massa dovuti principalmente alla miseria che ha attanagliato migliaia di famiglie senza lavoro e senza un posto decente dove vivere, questo dovuto sia per la loro situazione familiare , sia per i conflitti mondiali che hanno devastato i patrimoni edilizi e la perdota di lavoro. Dagli inizia degli anni del 1980 (chiamiamoli di progresso economico) il Molise ha colto una sola parte della crescita globale dell’Italia e delle altre regioni Italiane. In questi anni ,forse, non ha saputo utilizzare a pieno i fondi europei ( POR), non ha pensato alle grande via di comunicazione ( una componente necessaria per la crescita economica) , non ha fatto un programma di sviluppo per ridare fiducia ai borghi ormai abbandonati dagli esodi di massa degli anni precedenti, diciamo che si è accontentata dell’essenziale. Da qui nasce il fenomeno che tutti parlano dei “cervelli in fuga”, la parte migliore per la ripresa di un paese e nel nostro caso di una regione già sofferente da un secolo e più. La domanda che dovremmo porci, perché i nostri giovani , sia essi con professioni molto elevate, sia giovani specializzati e tecnicamente molto preparati, sia giovani in cerca del solo lavoro. La risposta sta proprio in quello che pocanzi abbiamo detto , cosa abbiamo fatto per far trovare un terreno fertile per le nuove nostre generazioni quando tutto era possibile?
Alcuni dati ISTAT (un po’ vecchi) ma indicativi del Molise.
Indicatori di povertà relativa. Molise e Italia. Anno 2018 (valori percentuali)
Incidenza di povertà relativa individuale del 18,0% rispetto al 17% dell’Italia e del 17,5% rispetto all’11,8% dell’Italia relativa per le famiglie. Fonte: Elaborazione Istat su dati Conto economico degli enti sanitari locali (CE)
Finanziamento effettivo della spesa sanitaria. Molise e Italia- Anni 2016-2018
Anno 2016 abbiamo avuto 650 milioni di euro pari a 2.089 euro per abitante – In Italia ogni abitante ha avuto 1.886 euro
Anno 2017 abbiamo avuto 639 milioni di euro pari a 2.066 euro per abitante – In Italia ogni abitante ha avuto 1.892 euro
Anno 2018 abbiamo avuto 618 milioni di euro pari a 2.o12 euro per abitante – In Italia ogni abitante ha avuto 1.913 euro. Fonte: Elaborazione Istat su dati Conto economico degli enti sanitari locali (CE)
Dove vanno i giovani molisani :
I paesi Europei dove cercano lavoro e si trasferiscono i più giovani molisani :
Inghilterra (prima della brexsit) Germania, Francia e Spagna.
Nord e centro Italia :
Lombardia (Milano) , Emilia Romagna, Piemonte, Lazio (Roma)
Inizia già dalla metà del 1800 la necessità di emigrare per trovare e fare una vita migliore di quella che si faceva in quasi tutti i paesi del Molise. Molte erano le distinzioni economiche tra i ricchi e i poveri. I proprietari terrieri utilizzavano la manodopera agricola a loro piacimento, i contadini dovevano lavorare per il loro solo pasto e quando era possibile portare a casa un pezzo di pane. La scuola era solo per i ricchi i poveri non sapevano neanche che esisteva una scuola. Non tutti avevano un pezzo di terra per coltivarla e ricavarci il raccolto per sfamare la famiglia. Non tutti avevano casa per dormire, cucinare e mangiare, tanti dormivano nel pagliaio del loro padrone. Il tempo scorre passa i decenni ma il progresso , i rapporti economici e i rapporti sociali sono lentissimi, è sempre il ricco, il padrone che comanda e che detta le necessità della vita delle famiglie molisane. Non è nella cultura del contadino di allora ribellarsi, fare sciopero , l’unica strada e via da scegliere era andare via, ma anche questa era una scelta non facile da prendere, da percorrere e poter realizzare, le leggi e la volontà , sempre del padrone, era molto difficile da superare. Tutte queste chiamiamole angherie e sofferenze di fame e di lavoro portarono a quasi trecentomila espatri di molisani nel mondo dal 1876 al 1915. Partivano principalmente gli uomini, i giovani contadini abituati a lavorare la terra e le mete principali erano l’America del nord e l’America del sud , poi con il passare degli anni si emigrava anche in Argentina e in Venezuela. Dopo la seconda guerra mondiale pur continuando a emigrare oltreoceano , i molisani scelgono come meta primaria l’Europa, per la Germania, la Svizzera, la Francia, il Belgio e l’Inghilterra. La Fondazione Migrantes che cura i rapporti degli emigranti ci dice che un terzo della popolazione molisana risiede all’estero. Una buona parte è in Argentina il 25,4% pari a 22.618 persone, poi al secondo posto c’è il Canada con il 13,2 % pari a 11.811 persone, poi la Germania con il 9,9% pari a 8.867 persone, poi la Svizzera con 8.458 persone, poi ancora il Belgio con 6.717 persone, poi ancora gli USA con 5.685 persone e a seguire Francia con 4.792 e altre nazioni fino a San Marino con il numero più basso 3 persone. Facendo i conti su 305.617 residenti in Molise alla data del 1° gennaio 2019, gli iscritti all’AIRE’ residenti all’estero sono 89.192 pari al 29,2%.
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